Introduzione al Codice 

Il Codice rafforzato intende garantire che i dispensatori di disinformazione non traggano vantaggio dagli introiti pubblicitari. I firmatari si impegnano ad adottare misure più efficaci volte a evitare la collocazione di pubblicità accanto a messaggi fuorvianti, nonché la diffusione di pubblicità che contiene elementi di disinformazione. Il Codice stabilisce inoltre una cooperazione più efficace tra gli operatori del settore pubblicitario, consentendo un’azione congiunta più incisiva.

Riconoscendo l’importanza della pubblicità di natura politica nel plasmare la vita pubblica, il Codice rafforzato impegna i firmatari a implementare misure di trasparenza più incisive, consentendo agli utenti di riconoscere facilmente gli annunci politici mediante una più efficace identificazione, obbligandosi a divulgare lo sponsor, la spesa pubblicitaria e il periodo di visualizzazione. Inoltre, i firmatari si impegnano a istituire librerie efficienti e consultabili in merito alla pubblicità di natura politica.

Il Codice rafforzerà le misure volte a ridurre i comportamenti manipolativi utilizzati per veicolare la disinformazione e instaurerà una maggiore cooperazione tra i firmatari per affrontare le sfide legate a tali tecniche. I firmatari converranno su una comprensione trasversale dei comportamenti non consentiti e delle pratiche di manipolazione finalizzate alla diffusione della disinformazione. Saranno inoltre tenuti a rivedere periodicamente l’elenco di tattiche, tecniche e procedure adottate dagli attori malintenzionati e a implementare politiche trasparenti che abbraccino il ventaglio di comportamenti e pratiche identificate. 

Gli utenti saranno più tutelati dalla disinformazione grazie a strumenti migliori per riconoscere, comprendere e segnalare la disinformazione, nonché per accedere a fonti autorevoli e tramite iniziative di alfabetizzazione mediatica. In dettaglio, il Codice garantirà che siano attuate pratiche di progettazione sicure volte a limitare il diffondersi della disinformazione e ad assicurare una trasparenza accresciuta dei loro sistemi di raccomandazione, adattandoli in modo tale da limitare la propagazione della disinformazione.

Il Codice prevede che le piattaforme online offrano un supporto più efficace in materia di ricerca sulla disinformazione. I ricercatori disporranno di un accesso privilegiato e più ampio ai dati delle piattaforme. In altri termini, si tratta di garantire l’accesso automatico a dati non personali, anonimizzati, aggregati o palesemente resi pubblici, e di adoperarsi per la creazione di una struttura di governance che consenta di semplificare l’accesso ai dati che necessitano di un vaglio più approfondito.

Il nuovo Codice estenderà la copertura del fact-checking (verifica dei fatti) in tutti gli Stati Membri e in tutte le lingue dell’UE e assicurerà che le piattaforme facciano un uso più consono del fact-checking nei loro servizi. Inoltre, il Codice si impegna a garantire contributi finanziari equi per le attività dei fact-checker e ad assicurare ai fact-checker un accesso privilegiato alle informazioni che facilitano il loro lavoro quotidiano. 

Il Centro Trasparenza, accessibile a tutti i cittadini, permette di avere una panoramica semplificata sull’attuazione delle misure del Codice, fornendo trasparenza e aggiornamenti periodici dei dati rilevanti.

La Task Force permanente garantirà che il Codice sia proiettato verso il futuro e adeguato alle finalità, istituendo un forum – tra l’altro – per rivedere e adeguare gli impegni in vista degli sviluppi tecnologici, sociali, di mercato e legislativi.

Il Codice è dotato di un solido quadro di monitoraggio per misurarne l’attuazione in tutta l’UE e a livello di Stati membri. Entro l’inizio del 2023, i firmatari forniranno alla Commissione le prime relazioni di riferimento sull’attuazione del Codice. Successivamente, le piattaforme online di grandi dimensioni, secondo la definizione del Digital Services Act (DSA), riferiranno ogni sei mesi, mentre gli altri firmatari riferiranno su base annuale.

Il Codice prevede la cooperazione e il coordinamento tra i firmatari in situazioni di crisi e, su richiesta, di fornire alla Commissione informazioni e dati, compresi rapporti specifici ad hoc e capitoli specifici nell’ambito del monitoraggio periodico.